W. Sutton |
Nelle cellule diploidi i cromosomi sembrano essere raggruppati in coppie. L'appaiamento era però, a causa degli strumenti di allora, possibile da riconoscere solo all'inizio della prima divisione meiotica. Un occhio esperto, era però in grado di riconoscere l'appaiamento anche durante la metafase della mitosi.
Sutton fu colpito dallo strano parallelismo fra le osservazioni da lui fatte e la legge di Mendel della REMEMBER! La legge di segregazione di Mendel affermava che "ogni individuo ha due coppie di fattori per ogni unità ereditaria e i membri di una coppia si separano nella formazione dei gameti").
segregazione (
Da questo confronto emerse l'ipotesi che fossero di cromosomi i veri portatori dei geni e che i due geni di ogni allele si trovassero sui cromosomi omologhi. Il nostro scienziato Sutton suppose che gli alleli rimanessero sempre indipendenti e fossero separati nella meiosi I, quando si separano i cromosomi omologhi. Sutton da ciò dedusse che con la fusione dei gameti, durante la fecondazione, si potessero formare nuove combinazioni di alleli. Egli spiegava la legge di Mendel della segregazione degli alleli in base alla separazione dei cromosomi omologhi durante la meiosi.
Sutton riteneva che anche l'affermazione sull'assortimento indipendente (REMEMBER! Questa legge affermava che "gli alleli di geni differenti segregano indipendentemente gli uni dagli altri").
In base alle sue considerazione, Sutton ritenne che i geni fossero portati da cromosomi.
Alcuni anni dopo la pubblicazione degli studi di Sutton e di altri citologi, gran parte dei ricercatori pensava ancora che la conclusione a cui era giunto lo scienziato era poco attendibile dato che era poco attinenti agli studi sull'ereditarietà. Il contributo decisivo per dimostrare la localizzazione dei geni sui cromosomi venne soprattutto dalle ricerche effettuate sul moscerino della frutta Drosophila.
I cromosomi di un organismo diploide sono presenti in coppie. I cromosomi di ogni coppia sono uguali tra loro sia nei maschi sia nelle femmine e sono detti autosomi. I cromosomi della coppia che fa accezione sono uguali tra loro solo in uno dei due sessi: i cromosomi di questa coppia sono detti cromosomi sessuali.
I geni che si trovano sui cromosomi sessuali portano informazioni ereditarie che sembrano non seguire le leggi mendeliane; si parla in questo caso di caratteri legati al sesso. Il primo scienziato che si accorse dell'anomalia nella trasmissione di questi caratteri fu T. H. Morgan.
Morgan scelse il moscerino della frutta Drosophila melanogaster come organismo modello: tra i numerosi vantaggi dell'utilizzare questi insetti ci sono non solo la possibilità di tenerli in semplici bottiglie e la facilità con sui si riproducono, ma anche il fatto che la drosofila ha solo quattro paia di cromosomi.
I ricercatori del laboratorio di Morgan tentarono di individuare eventuali differenze genetiche presenti tra i vari moscerini impiegati per gli esperimenti di incroci, simili a quelli condotti da Mendel sulle piante del pisello. Una delle più vistose e importanti caratteristiche dei moscerini della frutta è il colore rosso brillante degli occhi; un giorno comparve un moscerino con occhi bianchi. Furono condotti vari esperimenti sulla base delle ipotesi di Morgan e sulla base di questi esperimenti, furono formulate le seguenti ipotesi: il gene per il colore degli occhi è presente solo sul cromosoma X. Infatti, il cromosoma Y del moscerino maschio porta pochissime informazioni genetiche.
Una femmina eterozigote ha sempre occhi rossi. Invece un maschio da un cromosoma X che possiede l'allele "occhi bianchi" dovrà sempre avere gli occhi bianchi dal momento che non è presente nessun altro allele.
Oggi vengono definiti caratteri legati al sesso tutti quei caratteri che vengono trasmessi e si manifestano diversamente nel maschio e nella femmina.
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