Abbiamo già parlato di controllo genico ma questa volta lo
affronteremo nei procarioti.Nei batteri, infatti, il processo di trascrizione consiste
nella sintesi di una molecola di RNA messaggero a partire da un filamento di
DNA utilizzato come stampo. Il processo inizia quando l’enzima RNA polimerasi,
legandosi a un sito specifico del DNA, noto come promotore, provoca l’apertura della doppia elica. Il filamento di
mRNA rimane per poco tempo legato allo stampo di DNA mediante legami a idrogeno
e si stacca per essere poi tradotto in una sequenza di amminoacidi e formare
una proteina.
Nei procarioti il controllo di tutto questo processo può
avvenire in almeno tre momenti diversi ma ha luogo prevalentemente proprio a
livello della trascrizione. Il controllo prevede la presenza di particolari
proteine codificanti dai geni regolatori;
queste proteine (fattori di regolazione
della trascrizione) si legano in vicinanza del promotore e possono agire o
da controllo negativo (repressivo)
imponendo la trascrizione dell’mRNA o da controllo positivo (attivatori) favorendo la sua
trascrizione.
Nel controllo della trascrizione intervengono anche piccole molecole effettrici che si
legano a questi fattori domini (regioni funzionali):
·
Nel primo dominio il fattore si lega al DNA;
·
Nel secondo dominio si inserisce una molecola
effettrice.
Un segmento di DNA che codifica per un polipeptide è noto
come gene strutturale. Spesso i geni
strutturali che codificano per polipeptidi con funzioni correlate lavorano in
sequenza. Questi gruppi possono contenere due catene polipeptidiche che
costituiscono un particolare enzima. I gruppi di geni che codificano per queste
molecole vengono trascritti in un singolo filamento di mRNA.
L’estremità 5’ della molecola dell’mRNA presenta una breve sequenza leader e l’estremità 3’ una sequenza trailer. Di solito nei batteri
la traduzione può già aver inizio all’estremità 5’ della molecola di mRNA anche
se la restante parte della molecola è ancora in fase di trascrizione. In un
gruppo di polipeptidi necessari alla cellula nello stesso momento e in uguale
quantità può essere sintetizzato contemporaneamente. Il fatto che l’mRNA venga
immediatamente tradotto in proteine aumenta l’efficienza di questa strategia di
regolazione.
Esistono proteine indispensabili alla cellula durante l’intero
arco della sua vita e i geni che le codificano non hanno bisogno di un
controllo sofisticato essendo sempre attivi; questi geni sono detti geni costituitivi. Nella maggior parte
dei casi le cellule non producono continuamente tutte le proteine possibili, ma
solo quelle necessarie e solo nel quantitativo richiesto a seconda dei
cambiamenti.
Le nostre conoscenze si basano su un modello noto come operone, proposto da F. Jacob e J. Monod.
Un operone è un’unita funzionale che comprende il promotore di uno o più geni
strutturali, tutti sotto il controllo di una sequenza di DNA nota come operatore. L’operatore è un insieme di
nucleotidi che ha una funzione regolatrice ed è posto fra il gene promotore e i
geni strutturali.
La trascrizione dei geni strutturali è controllata anche dall’attività
del gene regolatore; questo gene può codificare per un fattore di regolazione
della trascrizione (l’attivatore) che
promuove la trascrizione, oppure può far avvenire la sintesi di un fattore (il repressore) che ostacola il promotore;
in questo caso, la RNA polimerasi non può legarsi alla molecola di DNA o non
può spostarsi lungo la molecola. In presenza del repressore non si verifica la
trascrizione dell’mRNA.
La capacità del repressore di legarsi all’operatore dipende
da una piccola molecola effettrice che attiva o disattiva il repressore di quel
particolare operone. Una molecola effettrice che attiva un repressore è detta corepressore, mentre una che lo disattiva è detta induttore. Se esso è presente nel
terreno di coltura, attiva il repressore dell’operone del triptofano; il
repressore attivato si lega poi all’operatore e blocca la sintesi degli enzimi
non necessari.
Molte piccole molecole effettrici che interagiscono con i
repressori degli operoni esercitano i loro effetti modificando la
configurazione tridimensionale della molecola di repressore. La manipolazione
degli operoni è un importante meccanismo utilizzato nei processi biotecnologici
per indurre le cellule batteriche a produrre proteine d’importanza medica, come
l’insulina umana.
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